Portafoglio Investimenti al 24 02 2019
Rispetto all’ultimo aggiornamento di ottobre, la mia asset allocation si è spostata nuovamente verso l’azionario, che passa dall’83% all’85% del totale.
Questo è dovuto al fatto che, durante il mini crollo di fine 2018, ho investito una quantità abbastanza considerevole di soldi extra (intesi come “in aggiunta a quelli investiti automaticamente”) in azioni.

Questo è il mio split tra ETF e Azioni, con la relativa performance (dividendi esclusi) dal 1 gennaio 2016 ad oggi.
E’ interessante notare come, nonostante il gran casino nei mercati a Novembre – Dicembre 2018, siamo praticamente nella stessa situazione di inizio ottobre (ragione numero 152276378386 per non farsi prendere dal panico).

La differenza di performance tra ETF ed azioni singole diminuisce leggermente, ma rimane per ora a favore di queste ultime.
Come ricordo sempre, contando che sono solo due anni e mezzo che tengo traccia delle performance, non si possono trarre conclusioni in nessun senso riguardo le mie abilità (?) di stock picker.
Questo il dettaglio dei miei ETF.

Gli emergenti, che avevamo fatto molto male nel periodo Maggio – Ottobre, hanno invece performato molto bene da Ottobre ad oggi.
In questi mercati, che tendono ad essere abbastanza instabili, è sempre bene tenere le cinture allacciate perché una volatilità maggiore rispetto agli altri è da tenere in conto.
Il piano, per quanto mi riguarda, rimane di incrementare progressivamente la percentuale di Emergenti fintanto che non rappresenteranno circa il 15% del mio totale asset.
Qui invece il dettaglio delle singole azioni.

Il peso percentuale sul totale asset è ora calcolato sul valore di oggi.
Cosa è cambiato rispetto alla volta scorsa.
Per quanto riguarda la parte automatizzata, sempre nulla.
Una parte dei miei risparmi viene sempre investita a cadenze regolari nei due ETF che vedete, ad oggi con split 50/50 tra i due ETF.
Come dicevo prima però, nel periodo di discesa dei mercati tra novembre e dicembre, ho fatto acquisti extra. In casi in cui non sono singole azioni a scendere, ma i mercati in generale, amo comprare tutto – quindi gli ETF indice.
Verso fine ottobre ho messo uno stipendio e mezzo extra, splittato 50/50 tra ETF Emerging ed ETF Europa. VFEM è cresciuta circa del 14% da allora, VEUR del 6,5%.
La vigilia di natale ho messo un altro stipendio e mezzo extra, questa volta tutto in ETF Europa. VEUR ha fatto + 11,3% da allora.
Per quanto riguarda le azioni individuali, ho fatto poco.
Ho acquistato Ottobre un po’ di Campari, azienda che volevo comprare dal 2015 ma che mi dicevo sempre essere “troppo cara”. Da allora è triplicata in valore.
Sentendomi particolarmente pirla, mi ero detto che al primo mini-crollo del 10% me la sarei comprata.
Campari è una di quelle azioni che in caso di una nuova crisi finanziaria cercherei di arraffarne il più possibile.
Nel passato update avevo aggiunto altre GE, investimento rivelatosi finora molto sbagliato, anche se recentemente si sono riprese un pochino.
Vedremo e giudicheremo tra qualche anno.
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Ricordo le importanti note sul mio approccio personale e sulla metodologia:
1- La prima cosa che bisogna fare è mettere da parte un cuscinetto di
liquidi per le emergenze, pari a minimo tre mesi di spese correnti.
Visto che è per le emergenze, questo cuscinetto non va investito in
nulla che non sia cash, o al limite un conto deposito svincolabile e
liquidabile in 24 ore massimo.
2- Il denaro contante serve a poco ed è improduttivo, in condizioni normali cerco sempre di far si che la percentuale di denaro (escludendo il cuscinetto di emergenza) non superi mai il 10% del mio totale.
3- Cerco in linea di massima di investire poco alla volta e con regolarità, cercando di approfittare del Dollar Cost Averaging. Questo sicuramente non mi porterà mai a comprare ai tutto ai minimi e vendere tutto ai massimi, ma mi garantirà di non fare errori irrimediabili.
4- Cerco, se possibile, di non vendere mai, e nel dubbio cerco di fare meno trading possibile. In dieci anni che investo avrò premuto il tasto “sell” non più di una dozzina di volte, e quasi sempre l’ho fatto per poi comprare altro coi soldi derivanti dalla vendita.
Da quando sono rientrato in italia (dicembre 2015) ho venduto solo una volta.
5- I miei investimenti sono divisi più o meno 50-50 in una parte
automatizzata ed una parte in cui decido io il timing e l’allocazione.
La parte automatizzata va sempre in ETF indice tramite ETF Replay, mentre la parte decisa da me va spesso, ma non sempre, in azioni individuali.
Vista la mia riluttanza a tenere molto cash, anche la parte non
automatizzata viene investita in modo costante e graduale, nella
sostanza in modo non troppo dissimile da un Dollar Cost Averaging.
6- Nelle tabelle sotto i costi di acquisto partono quasi tutti da Gennaio 2016, perché avendo cambiato continente ho a) cambiato drasticamente Asset Allocation e b) dovuto vendere in un paese e successivamente ricomprare in italia per evitare complicazioni a livello di tassazione. Questo mi permetterà, quando avrò uno storico abbastanza lungo, di capire come performo rispetto agli indici.
7- Per riflettere davvero la mia performance, qualora vendessi un
titolo per comprarne un altro, terrò conto del guadagno netto (o della
perdita) nel costo del titolo nuovo.
In due anni questo è avvenuto una volta (vendute delle Siemens per comprare delle Veolia).
Esempio di fantasia:
- Compro 100€ di Siemens, le vendo a 150€ .
- Realizzo Siemens = 150€ – [50 (guadagno) x 0,26 (tasse)] = 137€
- Compro 137€ di Veolia, e le contabilizzo a costo di 100€ (che era il mio investimento originario).
Per le versioni precedenti di questo post, dovrete cercare nello storico del blog, i post sono marchiati col Tag “porfolio”.
Vi ricordo che nulla su questo sito deve essere interpretato come incitazione o suggerimento all’acquisto o alla vendita di prodotti finanziari di alcun tipo.
Per dettagli consultate la pagina dei termini e condizioni d’uso del blog.
Bel post. Possiamo scambiarci le opinioni per un confronto sugli investimenti? Grazie Saluti Giovanni
Il giorno Dom 24 Feb 2019 10:17 INCASSAFORTE ha scritto:
> Andrea – incassaforte.com posted: ” Portafoglio Investimenti al 24 02 > 2019 Rispetto all’ultimo aggiornamento di ottobre, la mia asset allocation > si è spostata nuovamente verso l’azionario, che passa dall’83% all’85% del > totale.Questo è dovuto al fatto che, durante il mini crollo di fine” >
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Ciao Andrea, complimenti per il blog ed anche per il podcast.
Il saggio Jack Bogle sosteneva che investendo in un indice azionario come l’S&P 500 è già inclusa l’esposizione verso i mercati europei perché una buona parte del fatturato delle aziende nel sottostante deriva dalla vendita di loro prodotti e servizi sul mercato europeo; è quindi già una sorta di diversificazione.
Che ne pensi?
Grazie
Paolo
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Che è vero in parte. Se guardi anche le prime componenti dell’indice Europa sono tutte aziende globalisissime (nestle, Royal Dutch, roche, Hsbc Ecc)
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Reblogged this on elpoetaborrachofantasticus.
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Grazie per esserci! Il MMM italiano 🙂
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Ah ah non credo proprio ma grazie lo stesso 🙂
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Ciao Andrea,
come giustamente sottolinei tu (insieme a Ray Dalio) la matematica è molto chiara, se si perde il 50% del capitale, per recuperarlo tutto bisogna “fare” il 100%.
Ora, ipotizzando un iper tragico ed assolutamente utopico bear market da -50% su tutte le borse mondiali, come sostieni la tua strategia di diversificazione ( portafoglio solo azionario) in contrapposizione per esempio a quella che prevede un portafoglio molto più differenziato come potrebbe essere un “All Weather ” di Ray Dalio?
In altre parole, chiunque prima o poi incontrerà un “inverno” dei mercati, ed avendo solo azioni ci metterà MOLTO più tempo a recuperare le perdite.
È perché tu fai riferimento al lungo/lunghissimo termine?
O ci sono altri interessanti motivi?
Grazie ancora
Paolo
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Ciao Andrea, ottimo blog e soprattutto podcast!
Come mai non includi in termini percentuali del tuo portafoglio anche la componente immobiliare?
Grazie in anticipo se vorrai rispondere!
Michele
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Perché il mio piccolissimo appartamento non è un investimento, ma un tetto sotto il quale ripararmi in caso di difficoltà.
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