Navigando su internet qualche giorno fa, sono capitato su questa immagine:
Questa slide, prodotta dalla J.P. Morgan, mette a confronto (per gli Stati Uniti) i rendimenti nominali medi annui di varie classi di investimenti, su un periodo di 20 anni (1996 – 2015).
La cosa importante da ritenere qui è che l’investitore medio riesce nel difficile task di fare peggio di praticamente qualsiasi asset, non riuscendo nemmeno a tenere il passo dell’inflazione.
Se uno si fosse comprato dei barili di petrolio e li avesse tenuti in cantina per 20 anni avrebbe fatto meglio della tipica persona che si mette ad investire in borsa.
Questo accade perché l’essere umano è mediamente prono a farsi influenzare nel peggiore dei modi, in sostanza riducendosi spesso a comprare quando la borsa è alta e vendere quando è bassa.
Il vostro vicino o collega che si vanta di aver acquistato le azioni Pinco Palla quando valevano la metà di quello che valgono ora, sta probabilmente omettendo di dirvi che ha anche perso un mucchio di soldi su un’altro investimento.
L’essere umano medio è, quindi, un pessimo investitore.
Come mai?
La colpa è principalmente dell’evoluzione.
Nel corso delle migliaia di anni di storia del genere umano, qualità che ci hanno permesso di sopravvivere e prosperare sono invece delle vere palle al piede quando si tratta di gestire i propri risparmi.
1- Siamo abituati ad agire d’istinto.
Reagire in fretta senza pensare è una caratteristica che ha permesso ai nostri avi di sfuggire ad attacchi di animali selvatici, di schivare colpi di spada o a balzare di lato quando il terreno iniziava a franargli sotto i piedi in montagna.
Negli investimenti, l’istinto tende a portarci a vendere ai minimi in preda al panico, o altri sbagli di questo tipo.
2- Siamo programmati a pensare che più impegno si mette in una attività, migliori saranno i risultati.
Ce lo insegnano a scuola, ce lo ricordano sul lavoro, è incorporato nei nostri valori laici e religiosi: industriarsi molto in una particolare attività tende a portare risultati migliori della pigrizia.
Non negli investimenti: se, uniti al fatto che nessuno possa prevedere cosa i mercati faranno a breve termine, valutate l’impatto dei costi di transazione (commissioni, tasse sul capital gain, etc), scoprirete come spesso, nel dubbio, la soluzione migliore sia non fare niente.
Potrà sembrare contro-intuitivo, ma praticamente tutti gli studi disponibili dimostrano che l’investitore che compra regolarmente ed automaticamente indici di borsa ben diversificati, senza vendere mai, avrà altissime probabilità di fare meglio degli altri.
3- Siamo competitivi.
La voglia di fare meglio degli altri è quello che ha fatto dell’essere umano un animale di straordinario successo.
La voglia di superare il vicino ha dato a quasi tutte le generazioni prosperità impensabile ai rispettivi trisavoli.
Di conseguenza, nessuno vuole trovarsi a parlare di investimenti col vicino / cognato / collega e dire “Io investo in modo passivo perché non sono capace di capire quali azioni faranno meglio di altre e quando, di conseguenza i miei risultati sono esattamente pari alla media dei mercati”.
Tutti vogliamo essere quelli che scoprono Google agli inizi, guadagnandoci cifre incredibili.
Peccato che la statistica dice che abbiamo più possibilità di scoprire invece la nuova Enron.
Riguardate attentamente l’immagine JP Morgan in cima al post.
L’investitore medio, preso dalle sue smanie di fare meglio, ha reso, all’anno, circa un quarto della media del mercato S&P500.
Il nostro cervello non è bravo ad immaginare l’implacabile forza delle piccole percentuali, perciò è bene vedere un semplice esempio numerico.
Qui sotto, l’evoluzione di 10,000€, da un lato con il rendimento medio annuo del 2,1% (quello dell’investitore medio), dall’altro con il rendimento medio annuo dell’8,2% (quello dello S&P500).

Dopo 20 lunghi anni, la ricchezza di persone che si sono affannate per cercare di fare gli investimenti migliori possibili è circa un terzo di quello che avrebbe potuto essere con una banale indicizzazione.
UN. TERZO.
A parte qualche caso eccezionale (tra i quali con massima probabilità non figura né il sottoscritto, né i lettori di questo blog), gli esseri umani sono dei pessimi gestori di risparmio: noon perdete tempo a giocare ai piccoli Warren Buffett, ed accontentatevi dei rendimenti medi del mercato, che di medio hanno ben poco.
Buon risparmio.
Bell’articolo ma il grafico è al contrario. 🙂
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Azz è vero. Correggo ASAP
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penso che nella tabella siano invertite le colonne di investitore medio ed SP500 😉
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ops… avevo aperto ore fa l’articolo ed ho commentato stupidamente di getto senza controllare… scusate
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ultimo grafico aggiustato
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‘Se uno si fosse comprato dei barili di petrolio e li avesse tenuti in cantina per 20 anni avrebbe fatto meglio della tipica persona che si mette ad investire in borsa.‘…
Questa è fantastica!
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