Praticamente dall’inizio di questo blog ripeto allo sfinimento quelle che io considero le semplicissime regole per diventare ricchi.
Le regole sono sempre le stesse:
- Spendete meno di quanto guadagnate.
- Createvi un cuscinetto di emergenza il prima possibile.
- Investite il rimanente.
- Nel lungo periodo la borsa va sempre su.
- I soldi investiti generano soldi, sotto forma di dividendi: ad oggi (16 ottobre 2016) degli ipotetici 100.000 euro investiti in un un Index Fund Europeo generano circa il 3.5% lordo, pari a 2.590 euro netti all’anno (tassazione italiana), senza muovere un dito.
Se continuerete su questa strada per qualche anno, vi ritroverete invariabilmente in una situazione economica in cui il valore totale dei vostri investimenti, a causa delle fluttuazioni di borsa, potrà variare in una settimana di cifre molto maggiori del vostro stipendio mensile.
Questo vi darà una forte motivazione a continuare sulla strada intrapresa fintanto che le cose continuano ad andare bene, o quantomeno non troppo male.
Il difficile e’ rimanere calmi quando le cose vanno a catafascio.
Gli ultimi anni ci hanno abbastanza viziato, da questo punto di vista: ad eccezione di un paio di momenti durati comunque pochissimo (spesso solo qualche giorno, come nel caso di Brexit), la strada dal 2009 ad oggi e’ stata praticamente una scampagnata senza imprevisti, in cui più o meno tutti gli investitori hanno guadagnato indipendentemente dal tempismo, dagli asset acquistati, e dalla loro abilita’.
Quando tutto sale, siamo tutti dei geni.
Ho pero’ una pessima notizia per voi: il prossimo Crack Finanziario e’ alle porte.
Come faccio a saperlo?
Molto semplice.
Anzitutto, prima o poi un Crack avviene sempre, e’ solo questione di tempo. Predire un Crack finanziario in un non precisato momento nel futuro presuppone le stesse capacita’ di previsione necessarie a predire che un giorno di pioggia e’ imminente.
In secondo luogo, ci sono indicatori che segnalano che, statisticamente, questo non e’ il miglior momento per investire, in particolar modo in America.
Vediamone alcuni.
Lasso di tempo senza un Bear Market.
Si definisce “Bear Market” una caduta del 20% o più del mercato azionario, mentre l’opposto (una crescita del 20% o più) viene definita “Bull Market”.
In media, un Bull market dura poco piu di 4 anni, mentre un Bear dura in media poco piu di un anno.
Negli USA e’ dalla crisi finanziaria del 2008 che non si entra in fase ribassista, facendo quindi di quello in cui siamo il secondo piu lungo Bull Market della storia. La statistica dovrebbe suggerire un crollo imminente.
Valutazioni vicine ai massimi storici.
Posto che nel breve periodo nessuno sa come si comporteranno i mercati, gli indicatori della valutazione relative della borsa (quali il Shiller PE10 ) lasciano presagire che la borsa Americana difficilmente darà grandi soddisfazioni da qui al 2026.
Altri studi di gente seria (vedete per esempio QUI e QUI) vanno nella stessa direzione.
In questo momento sembrerebbe molto rischioso investire sul mercato USA, in particolare quando si legge che una app per chiamare i taxi vale poco meno di LVMH (solamente la più potente azienda del lusso al mondo), che Tesla abbia valutazioni mirabolanti nonostante perda soldi dal giorno della sua fondazione, o che Twitter non riesca a trovare acquirenti nemmeno implorando la gente.
Certo, gli stessi indicatori sono un poco più clementi quando si guarda all’Europa o ai mercati emergenti (che sembrano avere valutazioni più sensate, vedete sempre QUI e QUI), ma si sa che se crolla la borsa americana, sicuramente l’effetto verrà sentito anche dagli altri mercati.
Molto bene: sappiamo quindi che una tempesta e’ certamente all’orizzonte, ma non sappiamo quando si materializzerà, e non possiamo fare nulla per impedirla.
Cosa fare allora?
Potete scegliere di accumulare armi e munizioni ed andare a vivere di pastorizia sui monti (una soluzione che comunque appoggio), oppure potete pensare di agire su quello che potete controllare.
Il rischio più grande durante un crack finanziario e’ incorrere nello stesso errore che fanno tutti: farsi prendere dal panico e vendere.
Come avevo già scritto in passato, la matematica suggerisce che non bisogna MAI vendere i propri investimenti, soprattutto se sono crollati. Se ci arrivo io a mente lucida, non deve essere una scoperta cosi rivoluzionaria.
Come mai allora ci cascano tutti?
La causa e’ la stessa che causa la morte della stragrande maggioranza dei sub: il panico.
Per quanto cerchiate di imporvi di stare lucidi, e’ fondamentale conoscere bene se stessi: cercate di capire quanto dei vostri risparmi riuscireste a vedere dimezzarsi in valore in tre mesi, intanto che i media, gli amici, i parenti ed i colleghi vi diranno tutti che “questa volta e’ diverso, non ci sarà mai la ripresa, vendi tutto prima che si troppo tardi!”.
Quello deve essere il massimo che investite. Il resto tenetelo in banca, sotto il materasso o comprateci appunto munizioni e vacche.
Per quanto la logica dica che e’ sempre meglio investire tutto il rimanente oltre il vostro fondo di emergenza, ciascuno di noi e’ diverso, per esperienza, capacita’ di resistere allo stress, eccetera.
Non prendetevi in giro.
La migliore strategia di investimento e’ quella che vi permette di dormire la notte.
E’ quindi sempre consigliabile iniziare ad investire un poco alla volta, con cautela, e tenersi un ampio margine.
Come descritto nella pagina di introduzione al blog, io ho iniziato la mia “carriera” da investitore circa sei mesi prima della crisi finanziaria del 2007-2008. Sono riuscito a resistere senza vendere principalmente perche:
- Consigliato bene da parenti ed amici: sono molto fortunato da questo punto di vista. In caso la borsa dovesse crollare rimanete sintonizzati su questo blog
- Avevo investito somme relativamente piccole, di cui ero certo di non aver bisogno a breve termine.
Ad oggi ho investito molti più soldi, ma sono anche più esperto.
Se da un lato mi verrebbe da pensare di poter resistere al panico, dall’altro non posso dire di saperlo con certezza fin quando non mi troverò nella situazione (speriamo il più presto possibile).
Il consiglio di oggi è quindi di procedere sempre con la dovuta prudenza, perché il più grosso nemico dei vostri investimenti siete voi stessi, e dovete imparare a conoscervi un passo alla volta.
C’é una cosa che mi lascia in dubbio: come riesco a sostenermi con 25 volte le mie spese annuali se il ritorno netto é circa il 2.6% (come dici tu per i dividendi). A me sembra piú che serva 40 volte le mie uscite annuali.
Ho ben capito che c’é anche una parte di apprezzamento delle azioni, ma a meno che non le venda, non vedo un centesimo di quelli.
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Il concetto è che tu non guadagni solo dai dividendi, ma anche le tue azioni si apprezzano.
Esempio se tu parti con 1 milione e dopo dieci anni è diventato due milioni, puoi permetterti di venderne un po’.
In ogni caso ilfamoso mantra “accumula 25 volte le tue spese e molla tutto” è a mio avviso troppo semplicistico e limitato.
Farò un post in proposito ma si basa su criteri abbastanza unici: ad esempio guardando il passato ha funzionato con la borsa americana, ma se uno ci avesse provato con quella giapponese, spagnola o italiana avrebbe avuto risultati ben diversi.
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