Ok
Abbiamo appurato che:
- Bisogna ridurre le spese inutili il più possibile e risparmiare.
- Tenere i soldi fermi in banca li fa erodere implacabilmente dall’inflazione.
- La borsa, nel lungo periodo, sale sempre.
Resta il poco trascurabile dettaglio: dove investire, di preciso?
Una prima alternativa potrebbe essere quella di comprare azioni di società estremamente grandi, solide e profittevoli da tanti anni (Procter and Gamble, Exxon Mobil, Siemens, Generali, eccetera), cercando di comprarle a prezzi non altissimi e cercando di diversificare il più possibile tra i settori.
Questo approccio necessita però di un investimento di tempo ed energie nella ricerca di informazioni sul business dell’azienda, sulla sua profittabilità, eccetera, e di certo non è una cosa alla portata di tutti.
La cosa si porta dietro anche i rischi derivanti dalla bassa diversificazione: se io posseggo azioni di tre società, un evento negativo dalle conseguenze catastrofiche su una di queste potrebbe azzoppare il valore del mio investimento (pensate ad esempio a quanto successo recentemente a Volkswagen).
Visto che “la borsa” inteso come l’insieme di tutte le azioni del pianeta sale sempre nel lungo periodo, la soluzione migliore sarebbe riuscire a comprare una piccolissima quantità di tutte le azioni del mondo.
In questo modo si diventerebbe proprietari di (una piccolissima percentuale di) tutte le aziende quotate, con una diversificazione assoluta.
Un’azienda che fallisce verrebbe compensata dall’esplosione di un’altra, la crescita di un paese emergente compenserebbe la caduta in disgrazia della vostra minuscola percentuale di azioni greche, il dollaro forte compenserebbe l’euro debole.
Rimarrebbero gli alti e bassi dati dai cicli dell’economia mondiale, ma a parte quello il rischio sarebbe basso, e nel lungo periodo l’economia mondiale è cresciuta in modo abbastanza regolare (grande eufemismo), cosa che in teoria dovrebbe aiutare la crescita del valore delle aziende che operano sul pianeta.

Ora, occorre specificare che:
- Non tutta l’economia mondiale è quotata in borsa.
- Nel breve (ma anche medio) periodo la borsa può avere crescite e crolli MOLTO più pronunciati dell’andamento dell’economia reale (guardate il 2008, quando le borsa americana perse più della metà del suo valore, ad esempio).
- Nel lungo periodo però (parliamo di MINIMO 10 anni) il valore delle azioni di tutto il mondo deve per forza comportarsi in modo molto simile all’economia mondiale. Questa affermazione è tanto più vera quanto più lungo è il periodo analizzato.
Se state leggendo queste parole, la probabilità che voi abbiate meno di 40 anni è elevatissima , ed avete quindi a disposizione una delle armi più potenti dell’investitore: il tempo.
Che vi frega se i vostri investimenti salgono o scendono (anche di molto) in un periodo breve, se avete il lusso di poter aspettare il lungo periodo, quando saliranno per forza al netto di tutti gli alti e bassi?
Non credete a quello che vi dicono alcuni sedicenti esperti: NESSUNO sa come si comporterà la borsa in tempi brevi (mesi o pochi anni).
Chi dice di saperlo è alternativamente un imbroglione o uno scemo, non ci sono terze vie.
Ribadiamo il concetto: se sapete che nel lungo periodo per forza salirà, che vi importa del breve? Nulla spero.
Ok, ammesso che vi abbia convinto, resta il piccolo dettaglio che non essendo noi multimiliardari, non possiamo comprare una ad una tutte le azioni di tutte le aziende del mondo.
Grazie ad un signore americano di nome John Bogle, che nel 1975 si è inventato il primo “index fund” basato sul S&P 500, questo è però possibile.
Gli index funds sono dei fondi di investimento (traduzione in parla come mangiese: una cosa che la gente gli da i soldi e lei li investe per loro) che possono permettersi (raccogliendo quantità di soldi enormi) di investire in un po’ di tutto, e che hanno la particolarità di farlo seguendo pedissequamente la distribuzione di un certo indice (da cui “Index”).
In Europa gli Index Funds sono meno diffusi che in America, ma per fortuna esistono cose uguali (nella sostanza) chiamate ETF Indicizzati.
Cosa sono gli ETF Indicizzati?
Facciamo un esempio semplice.
La borsa di Paperopoli è composta da tre azioni:
- La Scrooge Inc. che rappresenta il 50% del mercato azionario.
- La Rockerduck S.p.A che rappresenta il 35% del mercato azionario.
- La Archimede Tech Industries che rappresenta il 15% del mercato azionario.
Un ETF Index Paperopoli investirà quindi il 50% dei suoi soldi nella Scrooge Inc, il 35% nella Rockerduck ed il 15% nella Archimede Tech, di modo che quando la borsa di Paperopoli sale del 5%, per forza anche il nostro ETF Paperopoli salirà del 5%.
Sostituite Paperopoli con Europa (o America, o Germania, o mercati emergenti), le tre azioni Scrooge, Rockerduck ed Archimede con le centinaia di azioni presenti nei mercati, ed ecco spiegato cosa sono gli ETF Indicizzati.
L’ETF è una tipologia di prodotto (ETF sta per Exchange Traded Fund), e varie aziende di prodotti finanziari ne offrono di diverse fogge.
Esistono gli ETF S&P500 (le 500 maggiori aziende americane), Stoxx600 (le 600 maggiori aziende europee), mercati emergenti (le maggiori azioni di Cina Brasile India ecc) fino ad arrivare a cose molto specifiche tipo ETF Italia, o ETF settore energie rinnovabili, eccetera.
Dal punto di vista di quale comprare, dipende strettamente da voi, e dalle vostre tendenze.
Io sono un grande amante della diversificazione, per cui amo gli ETF molto “larghi”, come azionario Europa, azionario Mondo, azionario America eccetera.
Altra variabile importante è il costo: tutti gli ETF hanno un costo di gestione, espresso in una percentuale annua.
È matematicamente dimostrato che il costo di gestione è la principale variabile che influenza i rendimenti di lungo periodo, perciò la grande genialità sta nel comprare il meno caro.
Se l’ETF Pinco e l’ETF Palla sono entrambi indicizzati su Paperopoli, sono di fatto identici: per quale ragione dovrei comprarne uno con un costo di gestione più alto?
Purtroppo in Europa (in particolare in italia) i costi di gestione sono più alti che in America (dove si trovano ETF indicizzati a costi attorno allo 0,1% annuo), ma non comprate mai per nessuna ragione un ETF che abbia un costo superiore allo 0,5%, non avrebbe senso.
Nei prossimi post vedremo con più precisione quali sono dei buoni mix di prodotti da comprare, tra azionari, obbligazionari, le varie aree mondiali, eccetera (la cosiddetta “asset allocation”), e la tempistica degli investimenti.
Buon risparmio a tutti!
Ti faccio grandissimi complimenti per il sito, è davvero una figata. Ho un dubbio, se applicassi una forte diversificazione sul copy trade di etoro ad esempio sui 50 trader piú redditizi non otterrei forse un rendimento medio delle loro performance elevate abbattendo il rischio?
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Come fai a sapere che i 50 trader con migliori rendimenti passati saranno anche quelli con migliori rendimenti futuri?
Di solito avviene il contrario
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E come facciamo a sapere che nel lungo periodo la borsa per forza salirà?
Non è lo stesso principio? Il fatto che sia sempre salita in passato mica vuol dire che salirà sicuramente in futuro…
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No. Scommettere che la borsa nel lungo periodo salirà è una scommessa che si è rivelata vincente nel 100% dei casi in passato (se analizziamo indici globali su periodi di 20 anni).
Al contrario, tutte le statistiche dicono che è più probabile che i fondi che hanno avuto le migliori performance poi regrediscano verso la media sottoperformando.
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E grazie mille per i complimenti 🙂
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